Purtroppo, la laurea e il lavoro hanno assorbito un po' di quel tempo libero che prima avevo in abbondanza. Nello scambio ci ho guadagnato (adesso posso finanziare con tranquillità i miei vizi), ma ho dovuto momentaneamente accantonare uno dei miei hobby (tra quelli per cui, tristemente, il cuore non batte più così tanto). Così, a parte una breve sessione a
The Legend of Zelda: Spirit Tracks, non ho praticamente giocato a niente. Mi rifarò, forse, quest'anno.
MIGLIOR LIBRO
1) HANNO TUTTI RAGIONE

Il salto da un medium all'altro nasconde sempre delle insidie: così, quando ho visto in libreria l'opera prima letteraria del grande regista italiano Paolo Sorrentino (semplicemente il mio preferito, non solo in Italia: e detto da un esterofilo per vocazione, conterà pur qualcosa), mi è sorto un piccolo dubbio sull'effettiva qualità del libro. Nel giro di una ventina di secondi, comunque, ricordatomi che Sorrentino è anche lo sceneggiatore dei suoi film (e che la qualità della scrittura degli stessi è tutt'altro che un fattore secondario della loro riuscita), ho fugato ogni perplessità: Sorrentino non doveva cimentarsi in nessun salto perché quell'uomo è, in effetti, uno scrittore nato (comunque non ho comprato il libro in libreria: mi è stato regalato poco dopo). La lettura non ha fatto altro che confermare tutti i perché io ami il cinema di Sorrentino: nella storia del cantante napoletano Tony P. c'è un gran pezzo dell'Italia "da bere" degli anni '80, ma forse il punto non è neanche quello. La scrittura è potente, ricca e scorrevole; lo sguardo impietoso verso chiunque. Forse alcuni capitoli, verso la fine, concendono troppo al grottesco: una scelta rispettabile ma che smorza la crudeltà umanissima della prima parte. E l'aver letto il capitolo ambientato nel porto di Napoli mentre ero attraccato al porto di Napoli in attesa di partire... uno di quei rarissimi casi di sincronicità che imprimono l'immaginazione e il ricordo, indelebili, nel cervello. Nota a margine: sebbene il protagonista sia ritagliato su quello impersonato da Toni Servillo ne
L'uomo in più, io me lo sono immaginato come un Ennio Fantastichini cocainomane di vent'anni fa.
2) SE NIENTE IMPORTA

Il titolo italiano non mi piace, è inutilmente poetico. E il sottotitolo ancora meno, sembra volerti fare la predica. Il titolo originale,
Eating Animals ("Mangiare gli animali"), è semplice e conciso e riflette alla perfezione il contenuto del libro: la storia (tra il saggio -documentatissimo- e il racconto-verità) di cosa è successo allo scrittore Jonathan Safran Foer quando si è chiesto cosa comportasse, per lui e la sua famiglia, il semplice fatto di essere carnivori. Quello che c'è scritto al suo interno mi è bastato per aiutarmi a decidere di non voler più mangiare
nessun animale per il resto della mia vita. Perché si può anche essere convinti che l'uomo abbia diritto a mangiare altri esseri viventi in quanto dominatore della catena alimentare (in tempi non sospetti, lo ero anche io), ma non si può essere, non si deve essere, non voglio
mai più essere complice di certe crudeltà.
3) GENERAZIONE A
"Ora, voi giovinastri volete un nome nuovo per la vostra generazione? O forse no, volete solo trovarvi un lavoro, giusto? Be', i media ci fanno un grandissimo favore a chiamarvi Generazione X, vero o no? Giusto a due lettere dalla fine dell'alfabeto. E dunque io ora vi battezzo Generazione A e vi dichiaro all'inizio di una serie di trionfi e fallimenti spettacolari, allo stesso modo di Adamo ed Eva tanti anni fa".Con questa citazione del mai troppo compianto Kurt Vonnegut si apre il seguito ideale del cult (nonché uno dei miei libri preferiti)
Generazione X. Sono passati vent'anni e si nota. Se
X era un romanzo seminale dalla struttura contorta e ridondante, questo
Generazione A è gran debitore della maturità stilistica di Coupland, meno dirompente ma probabilmente ancora più efficace nel fotografare non una generazione, ma la fine di ogni generazione, un orizzonte degli eventi che inghiotte tutto e tutti. Copuland porta a naturale conclusione il mondo come lo conosciamo, la
pars costruens, come suggerisce Vonnegut, è lasciata a noi.
MIGLIOR FUMETTO
1) CEREBUS: ALTA SOCIETÀ

La scelta di
Cerebus come vincitore di quest'anno è innanzitutto politica: una presa di posizione netta verso chi, in giro per la rete (ne ho adocchiato qualcuno) ha anche solo
osato rimanere deluso di fronte a questo capolavoro di brillantezza (e leggerezza, checchè se ne possa dire: ma se anni di televisione italiana/stupidi fumetti supereroistici vi hanno fritto il cervello e adesso trovate Cerebus noioso e prolisso non è colpa mia), in grado di coniugare commedia, grottesco, dramma shakespeariano, fantasy, tragedia greca, e chi più ne ha più ne metta. In seconda battuta, è anche una scelta
celebrativa: uno dei fumetti anglofoni più importanti di tutti i tempi finalmente in Italia, in un'edizione, poi, che è un vero lusso rispetto ai
phonebook americani. Peccato soltanto per la "scelta" di usare, nel lettering, gli apostrofi al posto degli accenti. L'ho fatto anche io su diversi volumi che ho letterato, per fretta di chiuderli e darli alle stampe. Non è un peccato mortale , ma una sciatteria sì: e lo dico con l'onestà di chi ne ha commesse tante. Sicuramente stona, soprattutto nella cornice di quasi assoluta perfezione di questo primo (speriamo di una lunga serie) volume dell'oritteropo targato
Black Velvet. Non vedo l'ora che sia di nuovo autunno per poter leggere la prima parte di
Chiesa e Stato.
2) SCOTT PILGRIM

I'm in
lesbian with Scott Pilgrim, that's all. Tutto è partito dal film (vedi sotto) e si è ripercosso sui miei acquisti fumettistici. Ho recuperato un gioiello purtroppo snobbato a suo tempo per carenza di informazioni e danaro (il primo volume americano è del 2004, ma le edizioni italiana e inglese -quella in mio possesso- sono uscite quest'anno, giustificando così la presenza dell'opera in questa classifica). Sono al quarto volume (ma conto di finire la saga entro, tipo, stasera), ed è roba scritta apposta per me, anzi roba che avrei voluto, con somma invidia, scrivere io. La parola "manifesto" è stra-abusata (però a me sta simpatica). La parola generazione ancora di più (vedi sopra). Ma se c'è un manifesto della generazione
8 bit, gente di ogni cultura, latitudine ed estrazione sociale accomunata dall'aver giocato a Super Mario e dal sapere a memoria il
Konami Trick, be'... quello è
Scott Pilgrim.
3) BATMAN & ROBIN
Non mi era possibile, neanche a sforzarmi, lasciar fuori Grant Morrison in questa lista. Sarebbe stato uno sgarro troppo grande, in un anno
totalmente morrisoniano (bufala sulla presenza di Morrison a Lucca a parte). E allora eccomi in soccorso i due cartonati deluxe che raccolgono i primi 12 numeri di
Batman & Robin, quella che amo definire una versione
power pop e sotto ecstasy della serie tv
camp degli anni '60. Grandi (quasi tutti) disegnatori a rotazione agli ordini di Morrison per le avventure del Batman sostituto (e francamente inadeguato) Dick Grayson (il fu Robin) e del suo scudiero Damian Wayne (figlio del morto -ancora per poco- Bruce e della figlia del criminale Ra's Al Ghul). Una visione meno tetra (e più bizarra) del Dinamico Duo destinata a fare storia (perlomeno quella del personaggio).
Superheroes at their best.MIGLIOR CALCIATORE
1) DIEGO MILITO
Questa tendenza tutta personale a premiare interisti (l'anno scorso fu Balotelli) mi preoccupa tantissimo, ma sinceramente è fuori dal mondo che un giocatore che in un anno segna una caterva di gol (compresi quelli decisivi a far vincere campionato, coppa nazionale e champions league alla sua squadra) non sia neanche nominato a quella buffonata che è diventato il pallone d'oro sotto l'egida Fifa (Iniesta? In una stagione in cui è stato sempre infortunato e ha avuto il pregio di segnare un gol bruttino nella peggiore finale dei mondiali che io ricordi?). Quindi giù il cappello per Diego Milito, con l'augurio di bissare nel 2011 i traguardi raggiunti nell'anno appena trascorso (si è capito che l'ho comprato al fantacalcio?).
2) SHINJI KAGAWA
In un
vecchio blog sul calcio, sostenevo una tesi che i migliori direttori sportivi del mondo stanno iniziando a seguire: comprare calciatori giapponesi di talento conviene: vengono via con pochi (pochissimi soldi), spesso permettono di siglare vantaggiosi contratti con sponsor lontani, e se ci si azzecca ci si ritrova tra le mani ottimi calciatori (il calcio giapponese è in rapidissima ascesa) e altrettanto ottime plusvalenze. Shinji Kagawa è, in ordine di tempo, l'ultimo
sushi bomber del Sol Levante: in realtà centrocampista centrale (in grado però di giocare da trequartista o addirittura da seconda punta) è molto prolifico e i suoi gol sono uno dei fattori che sta trascinando il Borussia Dortmund alla conquista della Bundesliga. Se il colore della maglia del Borussia non facesse così schifo, avrei già la casacca di Kagawa a casa.
3) BASTIAN SCHWEINSTEIGER

Ero indeciso tra lui e Thomas Muller (altro bel fenomeno del Bayern Monaco), ma alla fine ha avuto la meglio l'ignoranza di Schweinsteiger (best name ever), capace di trasformarsi da ala devastante a medianaccio trascinatore per amor di maglia, riuscendo comunque a rimanere determinante per gli equilibri e lo spogliatoio delle sue squadre. Questa Germania, poi, meritava il mondiale ben più della Spagna (che infatti in questa classifica non si becca nulla).
MIGLIOR FILM
1) SCOTT PILGRIM VS. THE WORLD

I'm in
lesbian with Scott Pilgrim, l'ho già detto? Un film di John Hughes (indie e un po' hipster) nel ventunesimo secolo. Con più invenzioni. Regge totalmente il confronto col fumetto (anche se cede in ritmo, alla fine). Semplicemente splendido. Manifesto! 8 Bit! Ho già detto anche questo, mi sa. Fatevi un favore e recuperatevelo in inglese, che ho la sensazione (già soltanto vedendo il trailer) che la localizzazione italiana l'abbia massacrato (così come la distribuzione inesistente, dovuta però al grosso flop internazionale). Peccato.
2) THE SOCIAL NETWORK

Era la mia prima scelta, fino alla (casuale e) provvidenziale visione di
Scott Pilgrim VS. The World. Meriterebbe il primo posto ex-aequo, ma uno dei suoi punti di forza è quell'
asetticità che a mente fredda non mi permette di entusiasmarmi come con Scott Pilgrim. L'epopea nerd-
veritè di Mark Zuckerberg, ritmata dallo sguardo indiscreto di David Fincher (finalmente un bel film dopo quella merda di Benjamin Button) e dalla colonna sonora di Trent Reznor (se ci fosse un premio per la migliore colonna sonora vincerebbe questa, questa volta a scapito delle gioiosità
pitchforkiane di Scott Pilgrim) si accaparra il secondo posto e si deve accontentare, in attesa della pioggia Golden Globe e Oscar di consolazione facilmente pronosticabili.
3) INCEPTION

Un film più morrisoniano di Morrison (sicuramente più del lavoro di Morrison finito in classifica più sopra). Molti avranno notato le similitudini con
Matrix, ma in realtà entrambe le pellicole devono moltissimo a
The Invisibles, opera maestra (e "miglior fumetto di tutti i tempi", secondo
qualcuno). D'altronde Nolan, tra
Batman (due regie) e il prossimo
Superman (produzione), sta dimostrando di saper attingere a piene mani dall'immaginario fumettistico. Nell'ambito dei festeggiamenti per l'anno morrisoniano, questa bella (ma non esente da difetti) pellicola si classifica al terzo posto (ai danni di altri pur buoni film, come
Shutter Island e
Avatar, tanto per citarne un paio).
MIGLIOR DISCO
1) CONTRA
A proposito di 8 bit... (
inside joke sul titolo del disco). Magari state sentendo
Holiday come pubblicità di non so che cosa (ma la passano ogni 5 minuti in tv: durante le vacanze a casa dei miei la tv era sempre accesa e come consolazione ogni tanto sentivo i
Vampire Weekeend). Comunque, uscito all'inizio dell'anno, questo dischetto mi ha accompagnato nei giorni della laurea e si è legato ad alcuni dei ricordi più cari in un periodo in cui ho davvero bisogno di ricordi cari (ma chi non ne ha bisogno sempre?). Questo disco sa di colazione al CNR, e saprà di colazione al CNR per tutta la vita.
2) ROMANCE IS BORING

Per il terzo disco della mia band
indie-pop preferita (i
Los Campesinos! e badate che il punto esclamativo fa parte del nome della band) vale in toto il discorso fatto con
Contra. La colonna sonora degli ultimi giorni della mia carriera universitaria. Un giorno, magari, faranno un film su di me e li useranno davvero. Io ci conto.
Il secondo posto è dovuto al fatto che... amo più i
Los Campesinos! ma
Contra è più bello. Punto.
Quote necessario da scolpire nella pietra:
we need more post coital and less post rock. Notevole anche l'EP quasi acustico
All's Well That's End (tra l'altro scaricabile gratuitamente da qualche parte: ma cercatevi il link su Google).
3) THE SUBURBS
