japan is an island

venerdì 23 dicembre 2011

Japan is an Island 2011 Awards: Calciatori

Che sono un maniaco del calcio lo sapete, no?
Quindi beccatevi i top three del gioco più bello del mondo (nell'unico post calcistico Messi-free del mondo).

1) ALEXIS SANCHEZ


E se l'Udinese non avesse venduto Sanchez? Si potrebbe oziosamente immaginare (alla maniera dei What If? della Marvel o degli Elseworld DC) un campionato con la squadra friulana già a circa 20 punti dalle altre, imbattuta (ricordiamo che già adesso ha la miglior difesa) e con il miglior attacco (questo Sanchez e il solito Di Natale?)...
I complimenti, come sempre, alla squadra dei Pozzo (e a me che ci ho puntato al fantacalcio vincendolo, l'anno passato). Un po' meno a tutte quelle squadre italiane che Sanchez lo potevano prelevare quando ancora non era apparso nei radar internazionali...

2) YUTO NAGATOMO


Maicon? No, grazie. Yuto Nagatomo (e quando lo consigliavo io, tutti a ridere).

3) MARIO BALOTELLI



Da quando l'avevo premiato (un paio di anni fa), Super Mario ne ha fatta di strada, e non sempre nella direzione corretta. Ma tra pornostar abbordate, fidanzamenti improbabili, gite-premio a Scampia, risse e fuochi di artificio in salotto, il più forte giocatore italiano degli ultimi dieci anni ha trovato il tempo di fare degli splendidi gol (come il primo in casa dello United, che ha aperto la strada al 6-1 per il City).

Le liste degli anni passati: 2010, 2009, 2008, 2007.

giovedì 22 dicembre 2011

Japan is an Island 2011 Awards: Serie TV

Come vi dicevo ieri ho deciso di spezzettare il top dell'anno per categoria, in modo da aver post più agili da scrivere (per me) e da leggere (per voi, chiunque voi siate). Tra l'altro ho ancora le idee confuse su alcune categorie, e per forza di cose la classifica anche quest'anno sarà molto parziale, dettata soprattutto da quello che son riuscito a leggere/vedere/ascoltare. In piena coscienza di essermi perso molte cose belle che forse recupererò in futuro, o forse no. In ogni caso, la prima lista da darvi in pasto è quella delle serie TV, dove ho le idee abbastanza chiare. È stato un anno molto soddisfacente, nonostante la mancanza di Mad Men (che per fortuna tornerà in primavera).

1) BREAKING BAD

I Won.

Da quando i produttori di alcune (sempre di più) serie tv americane hanno optato per concentrare i propri sforzi (e il proprio budget) su 12 puntate per stagione invece delle canoniche 22/24, è più facile che gli episodi che ne escano siano di una qualità media più alta (e i riempitivi ridotti ai minimi termini). Breaking Bad (che l'anno scorso piazzai al terzo posto) non solo conferma questo trend positivo, ma registra, da che io ne abbia memoria (ed escludendo probabilmente I Soprano, che sono al di fuori di ogni possibile graduatoria), una totale assenza di forzature/momenti morti/facilonerie di sceneggiatura. Come oggetto/stagione, questa quarta di Breaking Bad è semplicemente perfetta. Tanto che, anche se non ce ne fosse stata una quinta (ma ci sarà, per fortuna!) l'ultimo episodio avrebbe potuto tranquillamente fungere da finale di una serie cresciuta episodio dopo episodio. Tutti puntano il dito sulla magnifica interpretazione del protagonista nei panni del chimico Walter White. Io sono d'accordo, ma credo che il vero tesoro di Breaking Bad (e di questa stagione in particolare) sia nei caratteristi che interpretano i personaggi di contorno, dal cognato di Walter al capo/antagonista Gus, dal killer taciturno Mike al figlio disabile Walter Jr. Cristo, ma che state ancora a leggere 'sto blog di merda, andate subito a vedere Breaking Bad!

1) BOARDWALK EMPIRE


No, non ho sbagliato a copincollare: Anche Boardwalk Empire si becca la prima posizione, ex-aequo. Per quanto questa stagione il serial HBO (di gran qualità e con un sapore sempre più cinematografico, grazie ai nomi coinvolti e, presumo, all'alta somma di vil danaro disponibile per girare ogni episodio) abbia approfittato di assenze illustri (come dicevo sopra: Mad Men, ma anche dalla dozzinalità delle nuove serie AMC, che l'anno scorso non avevano eguali), a un paio di puntate dalla fine ero abbastanza sicuro che lo show con Steve Buscemi si sarebbe accontentato della seconda piazza. Finché una serie di accadimenti che spoilerarvi sarebbe un peccato hanno fatto impennare la creatura di Martin Scorsese.

3) GAME OF THRONES
L'evento televisivo dell'anno, atteso praticamente da una vita da tutti i Martin-dipendenti e probabilmente dai nerd (generici) di tutto il mondo, Game of Thrones si accomoda "soltanto" al terzo posto. Una delusione? Assolutamente no, anzi! La serie tv tratta dal primo libro de Le cronache del ghiaccio e del fuoco paga il dazio d'essere uscita praticamente a inizio anno (oh, l'entusiasmo si spegne, è normale), e di avere qualche piccola pecca nella messinscena (eh sì, il fatto che le battaglie, parte importantuccia in un fantasy, siano praticamente raccontate e basta per mancanza di grana è un problema). Ma sono ragionevolmente sicuro che la seconda stagione (in cui il "grande" Tyrion Lannister, impersonato dall'ancor più grande Peter Dinklage, attore nano e vegetariano, dovrebbe essere il vero mattatore) sarà ancor meglio della prima.

Menzione d'onore: Homeland, serie post 11 settembre (e post Osama Bin Laden), con una grande Claire Daines. Una prima stagione con un solo episodio "sbagliatissimo" (purtroppo è uno dei più importanti), e che in generale ha tra i suoi pregi delle premesse molto fighe e che reggono fino alla fine. E speriamo che reggano anche la prossima stagione.

Ah, ecco le liste degli anni passati: 2010, 2009, 2008, 2007.

mercoledì 21 dicembre 2011

Nel frattempo...


L'ultima volta che ho scritto un post in questo blog il presidente del consiglio era Silvio Berlusconi, il suo amicone Gheddafi era ancora dei nostri, l'Italia non era sull'orlo del fallimento, il tizio che dettava legge in Nord Corea dettava ancora legge in Nord Corea, non avevo mai visto Franco Battiato in concerto, a Cassano non era venuto un ictus, Steve Jobs non stava tanto bene ma stava sempre meglio di adesso (e così il tizio che ha inventato Unix doverosa precisazione per nerd che rivendicano l'importanza di Ritchie rispetto a Jobs), non ero mai andato a Parigi, "Occupy" era una parola come un'altra, Simoncelli era ancora vivo, la DC veniva pubblicata (malaccio) dalla Planeta DeAgostini, Socrates (quello importante, non il filosofo) era ancora vivo, il Manchester United dettava (o quasi) legge in Europa, io non avevo ancora un account Twitter e la salma di Mike Bongiorno era ancora latitante.
Questo per dire
a) ne è passato di tempo;
b) è difficile gestire un blog se lavori (Dio, era difficile gestirlo anche da sfaccendati);
c) ci troviamo in un periodo di Overdose Storica.

Questa doverosa premessa serve soltanto a scongelare il blog in attesa delle classifiche di fine anno che tanto mi piacciono. Quest'anno spezzettate per argomento, così vi do l'impressione di scrivere di più.