japan is an island

giovedì 24 maggio 2007

Salve, vi presento il pacman verde.


Lo so che sembra brutto, ma è solo uno sprite di 16x16 pixel. Ed è anche la fonte delle mie frustrazioni da qualche giorno a questa parte. Perché non sbatti contro quei dannati muri, pacman verde? Perché?

Odio costruzione di interfacce. Odio programmare i videogiochi. Odio pacman.

Pacman verde è un progetto sviluppato in linguaggio C e libreria Palib per Nintendo DS. Cioè si spera che sia sviluppato al più presto, perché non sta andando per nulla bene.

venerdì 18 maggio 2007

E voi, che superpoteri avete?


Ognuno, a questo mondo, è un po' speciale. Io di certo, posso vantarmi di avere delle facoltà non proprio normali.

Mi piace pensare di avere dei piccoli superpoteri.

Per esempio, ho il potere (scientificamente provato) di fare infortunare seriamente qualsiasi mio acquisto al fantacalcio. Certo, è una sfiga, ma mi immagino in un futuro non troppo lontano a ricattare Ronaldo e Del Piero con un perentorio "Bada, o mi paghi o ti compro al fantacalcio! E poi son dolori, eh?"

Un'altra mia abilità particolare è quella di non comprare mai qualcosa che funzioni al 100%. Sicuro come la morte che qualsiasi cosa io compri avrà almeno un difettuccio di fabbricazione. Garantito. Però per questa abilità non riesco a trovare nessuna applicazione utile.

Ah, questa è bella: l'acqua calda è la mia kriptonite. Non riesco a lavarmi con l'acqua calda neanche a Gennaio, neanche se fuori nevica. Sopporto solo la doccia con l'acqua calda (ma non troppo), ma se si tratta di lavarsi faccia, ascelle, panza, piedi, fare il bidet, per me solo acqua ghiacciata.

Potrei continuare citando la mia abilità nell'arrivare sempre con l'acqua alla gola agli esami, ma questa credo che sia una capacità piuttosto comune a molti universitari (in effetti, non dovrei essere a studiare?)

E voi, che superpoteri avete?

mercoledì 16 maggio 2007

Una mappa di internet...


Di solito sono abbastanza allergico alle cose nerd/informatiche. Ma vedere Usenet raffigurata come continente sommerso stile Atlantide non ha prezzo.

(La fonte della mappa è il webcomic xkcd)

venerdì 11 maggio 2007

L'uomo che il Giappone non ha voluto...

... in tutto il suo charme, prima di intraprendere uno dei suoi soliti scioperi della bellezza (contro il mondo ingiusto e crudele, aggiungerei).

P.S. Si può notare la seconda maglia del Giappone sotto la tuta.

P.P.S.
Dannato Zidane!

giovedì 10 maggio 2007

1810 euro...


...di bolletta della luce. Tirate fuori il nome di chi mia ha fatto il malocchio!

martedì 8 maggio 2007

Chi ben comincia...


Sia Marco che Antonio mi hanno tirato in ballo quando questo blog (e di riflesso anche il suo proprietario) era leggermente depresso e fuori fase. Il succo del gioco è: fare l'elenco degli incipit letterari che più mi piacciono.

Siccome io gioco sporco (e ho una pessima memoria, e i miei libri sono un po' qui e un po' a casa dei miei), estenderò la lista anche a cose che con la letteratura c'entrano un po' di meno.

Vorrei iniziare con l'incipit più toccante, vero e devastante che mi sia mai capitato di leggere. Lui è un genio (il mio scrittore preferito in assoluto) e il libro è uno dei suoi migliori.

TUTTE LE IDEE SONO VERE


Mi chiamo Jared, e sono un fantasma.
Venerdì 14 ottobre 1978 giocavo a football nella mia squadra del liceo, i Sentinel Spartans. Era una partita in trasferta presso un'altra scuola, la Handsworth, a North Vancouver. Poco dopo l'inizio della partita mi ero visto passare la palla. Mentre mi giravo per prenderla, non ho potuto fare a meno di notare com'era azzurro e limpido il cielo, simile a un vetro appena lavato. In quell'istante sono svenuto. A quanto pare, mi sono lasciato sfuggire la palla, ma oltre a questo non ricordo più nulla; in seguito sono venuto a sapere che gli allenatori avevano deciso di dare forfait, e quella mi è sembrata una grossa scemenza, perché stavamo stracciando gli avversari, e per quanto ne si sapeva molto probabilmente mi era capitata solo una recidiva della mononucleosi di due anni prima.
E invece, fra l'attimo in cui mi hanno passato la palla e alcune ore più tardi, quando mi sono risvegliato al Lions Gate Hospital, i medici mi hanno diagnosticato la leucemia, cancro del midollo osseo e di conseguenza del sangue. Sono morto tre mesi dopo, il 14 gennaio 1979. La progressione della malattia, nel mio caso, è stata rapidissima. Poco prima di morire mi sono caduti tutti i capelli, e avevo la carnagione del colore di una macchina bianca mai lavata. Se potessi tornare indietro, mi sa che dalla sesta settimana in avanti nasconderei tutti gli specchi.
Ho avuto una vita felice, breve e ricca: con me il mondo è stato buono, e la battaglia con il cancro per me è stata la Grande Esperienza della vita. Naturalmente a meno di contare la giornata di sesso selvaggio con Cheryl Anderson la settimana in cui i suoi genitori dovevano ristrutturare la casa e tutta la famiglia si era trasferita al motel Maples per cinque giorni. A parte questo, ho sempre pensato che se una persona non ha almeno una Grande Esperienza, ha vissuto per niente. E non è obbligatorio che sia traumatica o mortale o abbia Cheryl Anderson come protagonista: spesso, per avere una Grande Esperienza, basta vivere un'esistenza tranquilla e solitaria. E aggiungerò una cosa: gli ospedali sono calamite per ragazze.

(Douglas Coupland, Fidanzata in Coma)


La gente dice che siamo cattivi ma credo che non abbiano ancora capito il punto. Eravamo solo un po' su di giri.

(Grant Morrison, Kill Your Boyfriend)


Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione.

(Douglas Adams, Guida Galattica per gli Autostoppisti)


note to self, be erect by half-past ten / be strong, be proud, be able, be charmed / be extended, be in motion, be at loggerheads with chris / like chris was crisp, like chris was crisp / show yourself, show! show!

(Mclusky, She Only Bring Happiness, traccia numero 3 dell'album The Difference Between Me and You Is That I'm Not on Fire)


TENEBRE
Demofoonte era scosso da brividi quando il sole splendeva su di lui. (Amore delle tenebre = ignoranza).

(Howard P. Lovecraft, Commonplace Book)

Screen door slams / Mary's dress waves / like a vision she dances across the porch as the radio plays / Roy Orbison singing for the lonely / hey that's me and I want you only / don't turn me home again / I just can't myself alone again / Don't run back inside / darling you know just what i'm here for / so you're scared and you're thinking that maybe we ain't that young anymore / Show a little faith there's magic in the night / you aren't a beauty but hey you're alright / oh, and that's alright with me...

(Bruce Springsteen, Thunder Road, traccia numero 1 dell'album Born To Run: l'unica canzone che so a memoria)


E poi vorrei concludere, sempre bastian contrario, con una fine. La fine del più bel romanzo di Douglas Coupland. E' un po' una bastardata riportare un passo così importante, ma magari qualcuno potrà venirne ispirato e recuperarlo.

Il capitano ci annuncia che stiamo per passare sopra Reykjavik e io penso che questo è il punto in cui le cose finiscono davvero, ma cosa c'è di così sbagliato nelle cose che finiscono? In un certo senso è bello non sapere con sicurezza cosa ci accade prima di nascere o dopo la morte - o non essere sicuri di quello che ci accadrà in quel lasso di tempo, fatto di incertezza e nervosismo, che intercorre tra il momento nel quale decidiamo di cambiare vita e quello in cui la nostra vita cambia davvero. Klaus mi tira la manica e indica alcune stelle sopra l'Islanda, visibili anche di giorno. Cesserà mai la meraviglia? Guardo le stelle, le raccolgo dal cielo e ve le lancio come diamanti, come semi. Siete voi il tutto e il tutto è in voi. Arriverderci, a tutti. La vostra amica, Liz.

(Douglas Coupland, Eleanor Rigby)


La tradizione mi impone di passare il testimone a qualcuno. Bene, nomino tutti quelli che leggono questo blog e che ancora non hanno fatto la lista. Ma tutti, eh! Non sentitevi esclusi!

Il Giappone è un'isola

Una volta avevo un blog. Era pieno di roba triste e depressa. Era prima che mi accorgessi di essere fighissimo, comunque. Acqua passata.

Poi ne aprii un altro, per altri motivi. La situazione scappò di mano, e mi ritrovai con un'altra roba triste e depressa. Ci siete sopra, adesso. Guardatevi attorno: non è poi il massimo della vita, vero?

Sono Giovanni Agozzino, ho venticinque anni, e sto finendo l'università (più o meno). Da piccolo volevo fare lo scrittore. Da grande volevo fare tante cose: una di queste era andare in Giappone. Il primo tentativo è andato male, ma non mi scoraggio: c'è ancora tempo.

Mi chiamo Giovanni, dicevo, e la mia vita si divide tra l'università (tre materie e la tesi mi separano da una laurea specialistica), i fumetti (lavoro come traduttore e letterista free-lance), il calcio (sono una schiappa, ma pur sempre una schiappa appassionata) e gli amici, che mi sopportano quando faccio lo scemo, o mi deprimo, o rutto dopo aver bevuto tanta coca cola.

Non potrei berla, la coca cola, perché mi fa male. Di solito racconto in giro che mi è venuta una gastrite dopo averne bevuta tanta, quando cercavo la lattina fortunata che mi avrebbe fatto vincere un viaggio in Giappone. Ma non è vero: la gastrite mi è venuta anni dopo, all'università (la storia del viaggio in Giappone è vera).

L'università è un punto dolente. No, vado bene, ho buoni voti, anche se ultimamente ho rallentato (gli ultimi esami sono sempre quelli più difficili e schifosi). Ma se mi confronto con alcuni miei amici e colleghi, mi rendo conto che a me manca una cosa fondamentale: la passione. Quello che per loro è divertimento (programmare, gestire una rete locale, installare astrusi sistemi operativi su vecchi personal computer) per me è una noia, il più delle volte. E così ho perso per strada molte esperienze collaterali che fanno di loro degli informatici provetti, e di me solo un goffo studente con un buon curriculum accademico. Ho riversato tutte le energie degli ultimi anni nel fumetto. Ci ho lavorato, ci ho investito tempo e soldi, mi sono occupato di informazione e critica, ho provato anche a scrivere delle sceneggiature. Tutto è rimasto nell'ambito dell'hobby, però (a parte la retribuizione come traduttore, che non è certo quel che voglio fare nella vita). E forse mi rendo conto che è meglio così: più mi impegno nel mondo del fumetto, più mi rendo conto che i fumetti me li godo di meno, molto di meno. E poi voglio sinceramente recuperare terreno come informatico, anche se ho paura di non avere più l'energia necessaria.

Credo che questa sia la cosa più sincera che abbia mai scritto: tenetevela stretta, perché di solito dico tante bugie.

Questo blog nasceva come monumento al mio tentativo di vincere una borsa di studio del programma Vulcanus in Giappone. Sono arrivato fino alla fine, tra più di 800 studenti. Mi contendevo un posto alla Hitachi con un altro candidato. Beh, ha vinto l'altro. Non mi sono ancora ripreso del tutto, ve lo confesso. Ma mi passerà, prima o poi.

Questo blog è il racconto dei miei prossimi mesi. Delle partite di calcetto, degli esami, delle ragazze con cui esco e delle volte che mi fanno male i denti. E' il resoconto delle cose che leggo, che vedo e mangio, delle rare volte che vado alle feste e delle tante volte che resto a casa a cazzeggiare. E' la mappa dei viaggi che farò, e di quelli che non farò ma che avrei voluto fare. E' il posto dove vi racconto quello che faccio qui, a Pisa, e non, come avrei voluto, quello che avrei fatto a Tokyo.

Ma soprattutto, questo è il posto dove vi racconterò i miei sforzi per partecipare al programma Vulcanus in Japan 2008/2009.

Benvenuti.