japan is an island

giovedì 22 novembre 2007

Postumi di Lucca 3

Omaggiato da Marco Morandi (grazie!)
del suo albo (Big Ben) e di un disegno originale

Della fiera di per sè non posso dire molto. Col senno di poi, non credo di esser stato molto presente con la testa, e, negli ultimi giorni, neanche col corpo. Ho passato gran parte della quattro giorni ancorato allo stand, o nei paraggi a riprender fiato. Non ho visto nessun incontro con gli editori, neanche il nostro. Non ho comprato granchè, perché a causa dei datori di lavoro insolventi (grazie mille, dopotutto vi ho solo dedicato due anni di onesto lavoro) ho dovuto limitarmi anche su questo versante. Ma dei pochi albi che ho comprato -o che mi hanno omaggiato- parlerò dopo.

L'inizio della fiera è stato quello che si può definire (almeno per me) uno slow start. Entro intorno alle 10, e scopro che il nostro bancone è già funzionante, e ha venduto un paio di copie (mentre qualche giornalista ha approfittato del poco casino per farsi omaggiare di una copia recensione). La gente c'è, si ferma incuriosita, e compra soprattutto il nostro saggio di Alan Moore.


Inciso: mai e poi mai avrei pensato, in vita mia, di diventare uno degli editori di Alan Moore. E' una cosa di cui vado fiero. Cose da raccontare ai miei futuri nipoti, se solo la smettessi di leggere fumetti e mi cercassi una ragazza con cui sfornare figli che sfornino nipoti, intendo. Fine inciso.

A ora di pranzo, la svolta: arriva Daw. Ora, Daw è la creatura più brillante del pianeta Terra. Lo abbiamo pescato tra i blogghers, non perché fosse particolarmente prolifico, ma perché il poco che ha pubblicato online in questi anni, seppur disegnato molto velocemente (ma in maniera assai accattivante, aggiungerei) tocca vette di violenta genialità che prima d'ora avevo riscontrato soltanto nell'Ortolani prima maniera di Rat-Man e de Le meraviglie della Natura. Accostare Daw a Ortolani è ingiusto, però. Daw è molto, molto meglio. E' un punto di rottura. E come autore, ce lo coccoliamo finché una multinazionale cattiva non ce lo porterà via.

Daw, dicevamo. Arriva, sembra un morto di sonno (probabilmente lo è), si mette al tavolo e inizia a promuovere il suo albo, "A" come Ignoranza. E il suo albo inizia a vendere. E vende, vende, vende...

Una media di più 50 copie al giorno. Daw è rimasto incatenato a disegnare e scrivere dediche per 4 giorni. Ad agganciare la gente dicendo "Leggi la prima pagina! Non leggere la 4a di copertina che non l'ho scritta io e fa schifo!" con puro accento bergamasco, tra l'altro. Un successone.

Domenica sera, a fine fiera, mi porto a casa i "libri contabili" dei 4 giorni. Daw ha venduto (contato anche una manciata di copie omaggio ai recensori, e le copie di noi soci -pagate profumatamente, direi-) 234 copie. Duecentrotrentaquattro, non una copia in meno. Ora, non ho grande dimestichezza con i "record" di albi di esordienti a Lucca. Ma secondo me è un successone di quelli grossi. E stiamo iniziando a spedire le copie per le fumetterie, a cui si aggiungeranno, a gennaio, quelle delle librerie di varia. Qualcosa mi dice che alla prossima riunione di ProGlo metteremo in cantiere un seguito di A come Ignoranza...

Altro successo ancora più inaspettato, Longshot Comics.


Speravo non avesse successo, lo giuro. Perché letterarlo è stato un bagno di sangue, e volevo scongiurare l'ipotesi di un seguito. Ricordo che quando mi offrii per il lettering, dissi "Beh, sono 48 pagine. Le posso fare in una settimana scarsa, contando gli altri impegni che ho". Non avevo calcolato che Longshot Comics ha 80 vignette per pagina. Zeppe di dialoghi. E' l'equivalente di un fumetto Bonelli di 640 pagine, più o meno. Solo, molto più divertente.

Certo, che era divertente lo sapevamo noi. Ma come convincere la gente a comprare un fumetto con dei protagonisti a puntini? Meraviglia delle meraviglie, non c'è stato mica bisogno. E' bastato aprire una copia sul bancone e far vedere tutta la visionaria follia dell'autore, Shane Simmons. La gente veniva attratta da quell'esperimento bislacco e il 50% delle volte cacciava i pochi soldi necessari ad accaparrarsi l'albetto.

Nota a margine: a letterarlo, alla fine, ci ho messo più di un mese e svariati mal di testa.

Nota a margine numero 2: Longshot Comics ha venduto 120 copie tonde tonde. Arrivando quasi a insidiare i risultati ottenuti da Writing for Comics (che era il nostro presunto best-seller, ma che dopo l'effetto Daw si è dovuto accontentare del piazzamento d'onore).

Ora, non voglio continuare con la carrellata di indegna pubblicità che sto facendo alla nostra casa editrice, ma raccontare questa Lucca senza parlare di ProGlo non avrebbe senso. Per gli altri nostri albi usciti a Lucca, comunque, cliccate qui, e spargete la voce!

Passando ad altro, c'è da archiviare una bella cena del Bar Sport a base di AGLIO, AGLIO e AGLIO (e anche un po' di borra, probabilmente). Qui foto e commenti dei diretti interessati (se vi piace farvi i cazzi degli altri, dico... ma altrimenti che leggereste 'sto blog a fare?). Gli altri giorni ero ridotto troppo male per andare a cena con chiunque, quindi mi scusassero tutti coloro i quali desideravano banchettare con me. Non ce l'ho fatta. Ho preferito ritirarmi a Pisa anzitempo e mangiare due bocconi vicino casa.

E' tutto, per questa Lucca? No, c'è ancora da elencare la quantità di materiale raccattato a destra e a manca, ma mi sa che mi prenderò il mio tempo, e vi dedicherò un altro post.

lunedì 19 novembre 2007

La mia vita senza mal di testa


Ah, che fottuta rockstar sarei, senza quel cazzo di mal di testa che mi opprime per un quarto della mia esistenza. Che non mi lascia bere alcolici come tutti gli altri animali sociali (più o meno), pena il passaggio repentino dalla brillantezza pre-sbronza al cerchio cefalico persistente che neanche analgesici da stroncare un cavallo riuscirebbero a sedare.

Ah, che fottuta rockstar sarei, se potessi scuotere la testa al ritmo delle schitarrate di Frank Black sensa poi dover vomitare e ingollare 30 gocce di novalgina in un bicchierino d'acqua striminzito.

Ah, che fottuta rockstar sarei, se potessi svegliarmi ogni giorno alle 2 del pomeriggio senza somigliare a uno dei cazzo di zombi di resident evil.

Ah, che fottuta rockstar sarei, se potessi uscire indenne da ogni attività che comprende più sforzo rispetto al leggere un libro.

Ah, che fottuta rockstar sarei, senza il mal di testa. E senza la patetica abitudine di compiangermi e lamentarmi di tutte le cazzate.

giovedì 15 novembre 2007

Postumi di Lucca 2


Ringraziate il cielo (!) che non ho voglia di fare un cazzo, per cui tra mettermi su Managing Gigabytes e scrivere due cavolate sul blog, mi costa meno energia scrivere due cavolate sul blog (credo).

Lucca è sempre più un ricordo (il che è anche un bene, visto che mi ha lasciato dei malanni che ancora faticano ad andar via), e allora vediamo di ricordala come si deve: ProGlo, gli amici, i nemici (!) e tutto il resto (che poi "tutto il resto" sarebbero i fumetti).

Quando ormai un anno e mezzo fa si decise, insieme ad alcuni amici di un sito internet sui fumetti, di mettere su una casa editrice che spaccasse i vari culi (cioè che presentasse il meglio del meglio del fumetto alternativo/sperimentale e il meglio del meglio dei saggi dedicati alla cosiddetta arte sequenziale) nessuno avrebbe mai immaginato che, nonostante l'esordio fosse fissato per Lucca 2007 (sì, già a inizio 2006 fissammo come deadline dei progetti la Lucca dell'anno dopo...) la mattina prima dell'inizio della fiera, metà dei nostri volumi fossero ancora in legatoria e quindi, in soldoni, non fossero pronti.

Vorrei potermi raccontarvi di scene da panico e isteria generale, ma francamente non posso farlo: io, infatti, non ne sapevo niente: dormivo.

Mi svegliavo appena dopo ora di pranzo (pranzo per i comuni mortali, intendo), solo per apprendere che la carovana di ProGlo era in ritardo proprio per questo: gli ultimi volumi non sarebbero usciti dalla legatoria prima delle 18... per i più sfortunati della falange genovese si prospettava una serata in auto.

Dal pomeriggio i ricordi iniziano a farsi confusi. E' l'effetto "vortice di Lucca", che chiunque abbia passato la settimana a lavorare in fiera, conosce perfettamente.

Ricordo l'affannarsi per portare i volumi dentro il padiglione, le prime beghe logistiche (i cazzo di teloni dove sono? Dove dormirà parte della carovana? Dove caspita si mangia?) e una stanchezza che a fiera neanche iniziata, cominciava a farsi sentire. Ma il peggio doveva ancora venire... oh, se doveva ancora venire.

[continua]

venerdì 9 novembre 2007

Postumi di Lucca


il cadavere del sottoscritto

Lucca è finita ormai da quasi una settimana, ma sono ancora così esausto...
E fino a ieri non riuscivo neanche a parlarne.

Perché vedete, Lucca Comics è un'esperienza quasi mistica, e non puoi mica parlarne così a caldo: devi aspettare e meditare, prendere distanza dalla cosa e poi, solo poi, dire la tua.

Soprattutto se a Lucca ci vai, per la prima volta, come editore.

Lasciamo un attimo da parte la faccenda ProGlo (almeno qui, visto che l'esordio è andato così bene che ci sarà da lavorare in vista delle prossime fiere, delle prossime conferenze, dei prossimi volumi, e non si fa altro che parlarne tra noi co-editori) e soffermiamoci un po' sul lato umano di questa Lucca.

Ma che dico, umano... sul lato nerd.

Perché la prima cosa che succede a Lucca -la più bella- è incontrare gente con cui ti senti tutto l'anno, ma che puoi vedere (se hai culo) solo per poche settimane. O per pochi giorni.

Non so se definirli amici, probabilmente lo sarebbero se vivessimo nella stessa città -o probabilmente no. Ma è gente con cui puoi passare tranquillamente una fiera divertendoti da matti, mangiando nei posti più improbabili e facendoti amabilmente perculare (e perculando a tua volta). Meglio di così...

Avrei voluto solo avere più tempo.

Però, tornando un attimo alla fauna che anima questo blog, ho incontrato la splendida Federica, con cui ovviamente ho parlato troppo poco (ma almeno lei mi è venuta a trovare allo stand, voialtri che scusa avete?)

E poi...

e poi basta, per adesso. Lucca è ancora fresca, ne riparliamo tra un po'.

Vi lascio, per adesso, con una foto.


Alla cena del bar sport