japan is an island

venerdì 9 marzo 2007

(I want to live on an) Abstract Plain...


...cantava quel genio Frank Black nel 1994, nel suo devastante album solista Teenager of the Year. Uno dei dischi a cui sono maggiormente legato e sicuramente uno dei più belli che mi sia capitato di sentire: niente di innovativo, ma una sintesi pop/rock invidiabile e mai più toccata dal musicista. Suggestivo fin dal titolo, ogni ascolto di dell'album mi ricorda mestamente come il frontman dei Pixies abbia intrapeso una strada molto lontana dalle sonorità della band di boston prima e dei suoi esordi solitari poi, abbracciando il rockabilly, il blues e il country delle ultime, per me molto meno interessanti, registrazioni. Potrei stare a parlare ore dei testi delle canzoni, che abbracciano le melodie in modo pressocchè perfetto: progessioni falsamente ingenue, quasi adolescenziali (come suggerito dal titolo) ma assolutamente adatte al rock da ballo scolastico tipicamente americano. Frank Black mette uno dopo l'altro versi di indubbio effetto, che fanno leva sugli umori anarco/ribellistici che qualsiasi essere vivente la cui età inizia per 1 (e si compone di due cifre, non provate a fregarmi) abbia mai provato.
Paradigmatico l'attacco di Freedom Rock, che dopo breve riff di chitarra quasi preso in prestito dal metal anni '80 (patinato e convertito al pop-rock), enuncia chiaramente il manifesto interiore di qualsiasi adolescente di provincia:

My name is chip
And I'm different
I don't conform
I wear a different uniform

...

Ma perchè vi stavo parlando di questo? Suppongo perchè è il secondo giorno che mi sveglio col mal di testa, e una delle canzoni dell'album è intitolata Headache. E perchè probabilmente vorrei anche io vivere su un Piano Astratto, per scrollarmi di dosso certe inquietudini. Tipo quella di essere a lezione entro quaranta minuti per seguire Architetture Parallele e Distribuite.

Però prima devo farvi un appello, richiamarvi all'ordine. Qui siamo fermi a poco più della metà dei 100 commenti che servono per caricare questo blog affinchè faccia il proprio sporco dovere.
Su, non ci vuole mica molto. Avrete sicuramente qualche moglie/sorella/madre/nonna in giro per la casa che muore dalla voglia di lasciare il suo primo commento su un blog che in realtà è un artefatto magico/digitale orientato ai viaggi intercontinentali, no?

Tanto più che l'avventura di Nakamura in Champions League è bella che finita (in modo poco glorioso per giunta, col nostro giapponese preferito che si inserisce in area e cade a peso morto prima di tirare la bordata vincente), il che limita di gran lunga la potenza di fuoco magico del blog.

Sigh.

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